Tenendo in considerazione la flash memory degli indiekidz italioti, anche questo disco apparirà originalissimo fin dal titolo.
Tenendo in considerazione la flash memory degli indiekidz italioti, anche questo disco apparirà originalissimo fin dal titolo.
Oooooh, eddaje…
Mi sembra un po’ poco per un disco dalla portata storica.
Sono convinto che rock e poesia possano sposarsi felicemente e dare alla luce canzoni così diverse da quelle a cui la musica leggera italiana ci abitua noiosamente da anni, Pierpaolo questa volta, ha voluto esagerare.
“Disco dalla portata storica” e quel Pierpaolo nello stesso contesto: solo il Teatrino degli Errori può permettersi certi Orrori.
Suvvia, ascoltiamo tutti assieme Miles Davis e dopo ne riparliamo, ok?
Lasciamo stare il povero Miles, qui abbiamo uno dei più importanti dischi dove il noise rock degli anni ’90 è stato traghettato nella contemporaneità della nostra Italia di oggi.
IL MONDO NUOVO è un disco di lotta.
Senza partigianerie o militanze di sorta, questa è una raccolta di canzoni che dicono, o vorrebbero dire, una cosa semplice ma purtroppo nient’affatto scontata: il pianeta-mondo è il nostro paese comune, e la nostra vera patria.
È un’esortazione, affinché sia finalmente possibile riconoscerci gli uni e gli altri come donne e uomini portatori dei medesimi diritti.
Ascoltiamocelo bene mille volte poi magari andiamo anche a risentire Miles Davis, che ne dici?
1) (secondo noi) La lotta non si fa con i dischi o con gli ascolti
2) (secondo noi) E’ un disco partigiano e i tuoi interventi lo confermano
3) Ai tromboni preferiamo la tromba
Per la parte musicale, mi sembra che il post originale parli chiaro.
Per il resto c’è sempre la Torre di Guardia ops -volevo dire- Rockit.
Disco di lotta fra loro e le nostre palle. Vincono loro, purtroppo. 70 minuti di canzoni tutte uguali piene di retorica trita e ritrita rovinano la nobiltà di qualsiasi messaggio.
achille è palesemente capovilla sotto falso nome. sgooooonfiati!
Non sono Pierpaolo, ma lo stimo molto.
Fare un disco impegnato in questi anni zero di vuoto pneumatico è già un merito.
Si porta sulle spalle la storia di chi si è bagnato nel catrame del noise rock e del post hard-core e ora racconta piccole biografie: storie di emigrazione e di migranti, narrate nella loro intimità, che le rende così simili alla vita di chi non emigra, di chi resta, ma comunque combatte la battaglia della vita, della propria esistenza
si porta sulle spalle la storia di chi si è bagnato nel catrame del noise rock e del post hardcore e ora c’ha pesantissimi deliri di onnipotenza
Maestro, portaci a bere dalle pozzanghere.
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